Scuola Normale Superiore
In occasione della #giornatadellasolidarietà2020 promossa da Nicola Ciardelli Onlus in programma a Pisa il prossimo 27 aprile, e che l’emergenza Covid-19 ed i conseguenti provvedimenti governativi ci impongono di ripensare, abbiamo scelto, a partire da domani, di pubblicare alcuni elaborati e testimonianze delle precedenti edizioni, in attesa di quella del 2021 e per ricordarvi il concorso di quest’anno:
#iopartecipoallagiornatadellasolidarieta
Oggi vi proponiamo l’elaborato degli alunni della 3ATA IPSAR Matteotti di Pisa:
Partecipazione, condivisione, impegno: la via Normale all’inclusione Quando si pensa ad una scuola come la Normale Superiore due sono le definizioni che subito saltano alla mente: una scuola d’eccellenza, una scuola ESCLUSIVA. Come può essere allora che proprio in questo luogo siamo riusciti a comprendere la necessità di un impegno personale e condiviso per una società INCLUSIVA? Eppure è andata così. Quello che per noi era un luogo inaccessibile, ha svelato i suoi misteri: prima di tutto, l’inclusione è proprio nella natura stessa della scuola. L’unico criterio di selezione è il merito: a tutti è data la possibilità di concorrere e, una volta ammessi, di potervi studiare, senza badare al reddito, alle distanze, al sostegno delle famiglie. “Qui tutti sono uguali, il loro unico compito è studiare”. Partire dall’inclusione per poi dare a tutti la possibilità di raggiungere l’eccellenza: bellissimo!!! E alla base c’è proprio un pensiero meraviglioso: è l’inclusione che dà l’eccellenza. E’ il mescolarsi fra ragazze e ragazzi tanto diversi, e fra professori, il trascorrere insieme il tempo, condividere gli incontri di studio e i pasti, è conoscere nuovi punti di vista, esperienze e tradizioni diverse che porta i frutti più preziosi. Proprio ciò che avviene nella enorme meravigliosa biblioteca a scaffale aperto che abbiamo avuto modo di vedere: in molte altre biblioteche, quelle a scaffale chiuso, i libri stanno lì, tutti in fila, tutti uguali, per occupare meno spazio possibile ed essere più comodi, più pratici da prendere per quella sola persona che ha il compito di farlo; qui, invece, si mescolano per misure, colori, formato, vicini però per argomento, pronti a passare rapidamente di mano in mano di chiunque voglia avvicinarsi. Ecco, anche la società che desideriamo è come una biblioteca a scaffale aperto: persone differenti che stanno accanto perché in grado di condividere pensieri, sentimenti, visioni del mondo, pronti ad aprirsi e a condividere i propri saperi, i propri tesori con chi ne sia attratto. E nella biblioteca della Scuola sui grandi tavoli si studia, ma ci si confronta, si scambiano testi, opinioni; il sapere non è fatto privato del singolo, ma ricchezza da condividere. Si impara ad aprire la mente, si impara ad imparare. E più si impara e più si include, perché spesso la diffidenza, la paura dell’altro derivano dalla non conoscenza. Più conosco di qualcosa o di qualcuno, meno mi fa paura. Più si conosce, più si diventa forti e più si è forti, più bisogna mettere a disposizione degli altri la propria forza per sostenere chi è più debole. Riprendendo la celebre frase di Spiderman potremmo dire che anche in campo intellettuale “da un grande potere derivano grandi responsabilità”. E dunque chi ha più capacità, più conoscenze, deve saperle impegnare per il bene di tutti. E in tutti i campi, dal sapere scientifico, agli studi umanistici, alla politica, con l’attenzione al bene comune.
E noi? Noi che forse alla Normale non andremo mai? Noi che sui libri facciamo spesso un po’ fatica e abbiamo scelto una scuola che ci avvicini il prima possibile al lavoro? Anche noi facciamo la nostra parte, libri piccoli e colorati fra i grandi volumi di studiosi importanti; anche noi ci impegniamo, nelle nostre attività di ogni giorno, e facendo nostre la parole di Primo Mazzolari che quest’anno abbiamo letto ai pazienti dell’Hospice di via Garibaldi Ci impegniamo senza giudicare chi non s’impegna, senza accusare chi non s’impegna, senza condannare chi non s’impegna, senza disimpegnarci perché altri non s’impegna. Ci impegniamo per trovare un senso alla vita, a questa vita, alla nostra vita, una ragione che non sia una delle tante ragioni che ben conosciamo e che non ci prendono il cuore.